Al direttore del quotidiano
Il Giornale
Dott. A. Sallusti,
Egregio Direttore,
Leggo con amarezza e una punta di rabbia le considerazioni espresse nell’articolo da Lei firmato il 2 giugno scorso dal titolo “ I furbetti in cattedra meriterebbero la bocciatura”.
A nome anche di tantissimi colleghi indignati, rigetto con fermezza l’epiteto di “furbetto” per l’accostamento, direi quantomeno offensivo, a quelli cosiddetti del “quartierino”, perché sicuramente noi docenti della scuola italiana non abbiamo mai rubato nulla. Chi occupa una cattedra lo fa sicuramente per meritocrazia e non per nomina politica, dopo il superamento faticoso di concorsi pubblici, ai quali si accede per titoli, che sono nella stragrande maggioranza lauree conseguite presso le migliori università italiane dopo anni di intensi studi.
A fronte sicuramente di indubbia preparazione, spesso siamo stati invece defraudati da una classe politica, di destra e di sinistra, che a parole ha sempre elargito grandi apprezzamenti sulla categoria ma, nei fatti, ancora oggi non vuole riconoscerci gli sforzi quotidiani e la elevata professionalità con una adeguata retribuzione. Lei sicuramente converrà che i docenti italiani sono sottopagati, questo è pacifico.
Ci troviamo anche nella condizione di doverci sobbarcare, anche grazie ad editoriali al vetriolo, se mi consente gratuiti e di cattivo gusto, le invettive di una ondata generazionale che scarica sui docenti il peso e le responsabilità di problemi che un professore non potrebbe, nemmeno se volesse, gestire e risolvere… e di cui fondamentalmente non ha colpa alcuna….
Lei, caro direttore, forse non sa che dal 7 marzo 2020 piu’ del 90% degli insegnanti italiani delle scuole di ogni ordine e grado, in maniera spontanea ed autonoma, gradualmente e con i mezzi (ovviamente personali e a proprie spese) di cui ciascuno disponeva (sottolineo che le piattaforme NON sono state fornite dal MIUR, ma da colossi privati che operano in campo informatico), hanno implementato con successo il primo Piano della Scuola Digitale della storia della repubblica, che da decenni una sequela di decreti, linee guida, riforme, convegni, progetti, etc. non era stato in grado di realizzare.
Tutto questo, caro direttore, senza alcun inquadramento giuridico ed economico per noi, perché il servizio in digitale semplicemente non è normato nel nostro impianto contrattuale.
Di conseguenza ci siamo trovati a lavorare almeno il doppio di quanto si faceva prima in classe, perché mediamente nel giro di una settimana dall'emanazione del DPR dell’8 Marzo, moltissime scuole già avevano ripreso i contatti con i propri allievi, adeguando gli orari di lezione, le programmazioni didattiche, le modalità di comunicazione e la trasmissione delle lezioni agli studenti, le relazioni con le famiglie, la formazione per utilizzare le piattaforme, la preparazione, somministrazione e correzione dei compiti, il rispetto delle funzioni di pubblico ufficiale, l’ adeguamento alle continue direttive ministeriali, le riunioni collegiali (praticamente ininterrotte nonostante una seria emergenza nazionale), con invece il resto del paese praticamente bloccato e immobile.
Ore e ore di lavoro straordinario, senza limite da lunedì anche alla domenica ( a me è capitato...), che nessuno mai potrà retribuire perché appunto fuori da ogni contrattazione e previsione….
Se questo può essere definito da “furbetto”…. Io proprio non credo….nemmeno mi pare possa definirsi un tentativo di “marcare visita”…
L’aver rimandato dopo l’estate il rientro a scuola (fatta eccezione per i soli esami della secondaria si secondo grado) non è stata di certo una scelta della categoria, ma una disposizione (saggia, a mio dire) del governo, che, dopo aver ascoltato il parere del CTS, ha optato per differire i rientri, visto che gli assembramenti sono ancora vietati per legge. Questo per tutelare gli alunni, le famiglie, e i docenti, la cui età media si aggira sui 50 anni, e quindi a notevole rischio di esposizione. Per questo alcuni non sono disposti a svolgere la funzione di commissario, senza nemmeno il diritto a ricevere rimborsi per gli spostamenti, perché il rischio è ancora elevato e le procedure di messa in sicurezza praticamente non ci sono o non sono certe, come affermano anche le recenti indicazioni dell ‘INAIL sulle infezioni da covid-19 a scuola, posto di lavoro per docenti, dirigenti e ATA.
Siamo stufi dei soliti triti e ritriti luoghi comuni sui tre mesi di ferie….
Abbiamo 30 giorni di ferie come ogni altro dipendente pubblico. Moltissimi tra noi sono a scuola fino al 20 luglio e vi ritornano subito dopo ferragosto…. ma di cosa stiamo parlando?
Lo squallore, se c’è, forse è da rilevare nel livello di imbarbarimento del dibattito nel nostro paese, nella faziosa disinformazione, nella volontà di seminare sempre e comunque diffidenza e sospetto, nella sistematica demolizione di chi invece garantisce l'applicazione dei dettami della nostra Costituzione, i cui principi il docente è stato chiamato a difendere ogni qual volta si accinge ad appassionare, col suo lavoro, i propri studenti.
Cordiali saluti,
Pescara, 4/6/2020
prof. Michele Anelina
docente della scuola pubblica italiana
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